Paolo Iaria confermato segretario generale della Cisl Medici dei Laghi

Paolo Iaria confermato segretario generale della Cisl Medici dei Laghi

Il IV Congresso della Cisl Medici dei Laghi svoltosi presso la sede della Cisl dei Laghi a Como, in via Recchi 11, sabato 1° marzo, ha confermato segretario generale Paolo Iaria, accanto a lui in segreteria Maria Polosa e Alessandro Morra.

L’appuntamento ha rappresentato l’occasione per la categoria per affrontare temi cruciali relativi all’assistenza sanitaria, con particolare attenzione alle cure domiciliari, alla collaborazione tra pubblico e privato, e alle criticità del sistema sanitario nazionale.

Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e PNRR. «L’assistenza domiciliare integrata (Adi) rientra nei livelli essenziali sociosanitari da garantire ai cittadini, ma non si è sviluppata in modo uniforme in tutte le regioni – ha dichiarato il riconfermato segretario Paolo Iaria -.  L’attenzione verso questo servizio si è riaccesa in epoca Covid con alcuni primi finanziamenti nazionali. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha promosso lo sviluppo delle cure domiciliari per gli anziani, con l’obiettivo di raggiungere il 10% degli over 65 assistiti entro il 2025-2026. Tuttavia, nonostante l’aumento del numero di utenti (da 650.000 a 1,17 milioni nel 2023), l’intensità e la durata del servizio sono diminuite. L’assistenza domiciliare si è concentrata prevalentemente su interventi episodici e di bassa complessità, a discapito di cure più intensive e continuative necessarie per la non autosufficienza. Questo ha portato a una “polverizzazione” dell’assistenza, con una riduzione della durata media delle cure a soli tre mesi».

Collaborazione tra Pubblico e Privato. «Il tema dei rapporti tra pubblico e privato in sanità è sempre stato molto caldo e divisivo – ha proseguito Iaria –. Secondo molti osservatori, sarebbe in atto una “privatizzazione strisciante” della sanità italiana, che alcuni intendono come maggiore ricorso ai servizi a pagamento e altri come una più invadente presenza del privato nella fornitura dei servizi sanitari. Oggi, in Italia, sono privati il 31% dei posti letto del Servizio sanitario, il 59% delle strutture specialistiche, l’85% delle Rsa, il 72% delle strutture semi-residenziali, il 79% di quelle riabilitative. Le strutture private convenzionate sono 16.914, su un totale di 29.344 attive nel Ssn. È un privato anche di qualità, perché gestisce 30 Irccs su 53 totali, due policlinici universitari e sei facoltà di medicina. Dunque, anche volendo, il Servizio sanitario nazionale non potrebbe fare a meno della collaborazione con il privato. Ma è un privato ingombrante, perché di grandi dimensioni e in forte espansione. La sfida, dopo quasi trent’anni di pseudo-concorrenza, è quella di governare questa collaborazione, che potrebbe creare sinergie, eliminare doppioni e sprechi, migliorare procedure di cura, ricerca e sviluppo. E il privato, da parte sua, deve riconoscere la supremazia del pubblico, in quanto portatore di un interesse generale, e accettare le tre regole basilari della programmazione-committenza-controllo».

Criticità del Servizio sanitario nazionale. «La carenza di personale sanitario e le lunghe liste d’attesa rappresentano un problema grave – ha concluso Iaria -. Nella provincia di Como, ad esempio, c’è 1 medico ogni 1.800 pazienti, ben al di sopra dello standard ottimale di 1 ogni 1.300. Le liste d’attesa per visite specialistiche raggiungono tempi insostenibili, con attese fino a 265 giorni per una visita ginecologica. Come Cisl Medici dei Laghi abbiamo sempre sostenuto che la carenza di personale sanitario e medico nella sanità pubblica continui a rappresentare una grave criticità: la mancanza di risorse umane adeguate compromette la qualità dei servizi, aumentando i carichi di lavoro per gli operatori e allungando i tempi di attesa per i cittadini. Al contempo appare essenziale favorire una maggiore integrazione tra ospedale e territorio anche attraverso le Case di Comunità».