CHIUDE IL FERROTEL DI PONTE CHIASSO. LE PREOCCUPAZIONI DELLA CISL DEI LAGHI PER IL FUTURO DEL PERSONALE
FERROTEL DI PONTE CHIASSO. CINQUE DIPENDENTI A RISCHIO. LE PREOCCUPAZIONI DELLA CISL
La Cisl dei Laghi esprime disappunto dopo l’intenzione manifestata da Ferservizi S.p.A di chiudere il Ferrotel di Ponte Chiasso e di lasciare a casa, dal 30 settembre, i cinque lavoratori che vi prestano la loro opera.
Il servizio Ferrotel si concretizza in Italia nell’offerta di pernottamenti presso strutture gestite direttamente da Ferservizi – società che si occupa di gestire la vendita e la locazione del patrimonio immobiliare del gruppo Ferrovie dello Stato – o presso strutture alberghiere esterne convenzionate.
Il servizio Ferrotel è riservato ai dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato, la cui attività lavorativa è connessa al sistema del trasporto ferroviario e, in particolare, con priorità su tutti, al personale connesso alla circolazione dei treni.
Gli immobili Ferrotel attualmente in esercizio in Italia sono 14 ed ospitano, mediamente, 550 persone al giorno, sono aperti 24 ore al giorno, e garantiscono un’offerta potenziale di circa 300 mila soggiorni l’anno.
Nel caso specifico di Ponte Chiasso Ferservizi S.p.A. ne ha appaltato la gestione al Consorzio Stabile Gas di Roma.
«Il Ferrotel di Ponte Chiasso – spiega Filippo Ghibaudi, segretario generale della Fit Cisl presidio di Como – è a tutti gli effetti un albergo utilizzato dai macchinisti e capitreno in attesa di riprendere il servizio. È dotato di camere in cui il personale ferroviario può trascorrere la notte per il riposo previsto da contratto, di servizi igienici, di una saletta di sosta in cui poter mangiare prima di riprendere il turno. La decisione di chiudere ci ha preso alla sprovvista e non ci sembra coerente con gli investimenti effettuati negli ultimi anni per ammodernare la struttura. La chiusura di questo servizio comporterà il licenziamento di cinque lavoratori in un momento ed in un settore in cui la crisi economica più duramente sta facendo sentire i suoi effetti. Dietro ai cinque nomi dei lavoratori impiegati vi sono oltretutto situazioni familiari complesse (parliamo infatti di alcune persone “monoreddito”)che rischierebbero di trasformarsi in veri e propri drammi se non si riuscisse, insieme, a trovare una soluzione a questo problema. Quello che chiediamo a Ferservizi in primis, o ad altre società del gruppo che operano nel settore ferroviario, è un impegno diretto affinché i lavoratori possano trovare ricollocazione sfruttando il know-how maturato dal personale in tanti anni di servizio. Per non parlare del fatto di come la chiusura di questa struttura causerà, inevitabilmente, problemi al personale operante lungo le tratte interessate. Accanto all’ovvio disagio relativo all’impossibilità di effettuare concretamente la “dormita” in quella sede si somma, di fatto, l’ulteriore impossibilità di usufruire della stessa per gli eventuali bisogni fisiologici del personale: ricordiamo infatti che tale struttura, garantendo l’apertura “h24”, soddisfaceva anche a tale necessità».
«Stante il blocco dei licenziamenti fino a fine anno – spiega Antonio Mastroberti, responsabile dell’Ufficio Vertenze della Cisl dei Laghi e dell’Ufficio Vertenze Cisl Lombardia – a nostro avviso lasciare a casa i dipendenti si configura come un’azione illegittima, per questo abbiamo impugnato i licenziamenti. E se la società non farà marcia indietro sarà il giudice a revocarli».
«Cosa ci aspettiamo? – conclude Mastroberti – che Consorzio Stabile Gas revochi i licenziamenti e si adoperi in sinergia con Ferservizi affinché si possa trovare un nuovo impiego per il personale che perderà il lavoro, non escludendo la possibilità di una cassa integrazione che darebbe ai lavoratori più tempo per ricollocarsi prima di andare in disoccupazione».