Firmato con ASST Valle Olona il Protocollo per l’attuazione del Piano di sviluppo del Polo Territoriale
Martedì 17 dicembre scorso, dopo un percorso di confronto avviato a settembre scorso con la Direzione Socio Sanitaria dell’ASST Valle Olona, si è sottoscritto unitariamente e insieme alle federazioni dei pensionati un Protocollo che dovrà accompagnare l’attuazione del Piano di sviluppo del Polo Territoriale (PPT) nel triennio, con la finalità di assicurare quel fattivo coordinamento tra interventi sanitari e sociali che ad oggi ancora manca sul territorio.
Il territorio dell’Asst Valle Olona si articola in 4 distretti (Busto Arsizio e Castellanza, Gallarate Saronno e Somma Lombardo) e comprende di 32 comuni, per un totale di 440 mila abitanti. Sono attive 8 Case della comunità ed un Ospedale di Comunità.
Infatti il 31 dicembre p.v. in Lombardia le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST), sulla base di indirizzi regionali, hanno l’impegno di predisporre specifici Piani di sviluppo dei Poli Territoriali (PPT) dei servizi sociosanitari, ovvero l’atto di pianificazione che dovrà dare concretezza ai principi che erano all’origine della riforma del sistema sanitario regionale del 2021.
Questo percorso di programmazione si realizza parallelamente alla predisposizione dei Piani Di Zona (PDZ) da parte degli Uffici di Piano, vale a dire l’atto di pianificazione degli interventi sociali in capo ai Comuni in forma associata per il triennio 2025-2027.
Obiettivo dei due percorsi di programmazione (PPT e PDZ) è propriamente quello di promuovere una fattiva integrazione tra i servizi sanitari, sociosanitari e sociali, con lo scopo di assicurare una presa in carico della persona che tenga in considerazione le diverse dimensioni e complessità dei bisogni.
Nelle comunità infatti emergono e acuiscono, fragilità relazionali ed educative, nuove solitudini, condizioni non autosufficienza, che si aggiungono ai bisogni tradizionali, come quelli sanitari o attinenti la povertà.
In tale contesto nel Protocollo si sono dunque individuate le principali aree all’interno delle quali promuovere percorsi e interventi di integrazione sul territorio, anche in coerenza con l’implementazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS)
Siamo interessati a verificare lo sviluppo dei Punti Unici di Accesso (PUA) presso le Case di Comunità (CdC), con funzioni di accoglienza, orientamento e presa in carico della persona, e l’attivazione delle Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) dei bisogni complessi, anche con il concorso delle assistenti sociali dei Comuni e degli Ambiti.
Sarà importante seguire e sostenere che si rafforzi l’interazione tra il sistema delle cure primarie, ovvero l’attività dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e della specialistica ambulatoriale.
L’attività delle Centrali Operative Territoriali (COT) dovrà essere consolidata al fine di favorire la funzione di coordinamento della presa in carico della persona ed il raccordo tra servizi e professionisti sanitari, coinvolti nei diversi percorsi di cura assistenziale, oltre che il coordinamento tra servizi domiciliari e quelli socioassistenziali (SAD)
In relazione all’evoluzione dei bisogni sanitari e delle diverse fragilità delle persone, che possono richiedere nel tempo impegni di cura di intensità differente, è necessario definire dei protocolli per la gestione della transizione degli assetti assistenziali (“Transitional Care”). È infatti opportuno rafforzare ed estendere sistemi di gestione delle dimissioni protette per favorire un passaggio organizzato di un paziente dall’ospedale al proprio domicilio al fine di garantire la continuità assistenziale.
Deve essere definito un sistema di presa in carico dei pazienti con patologia cronica, per assicurare cure meglio rispondenti ai bisogni individuali di salute, al fine di semplificare al paziente la gestione della patologia.
È un importante accordo, il primo nel territorio sul Piano di sviluppo della sanità territoriale, che valorizza il metodo del confronto, tiene aperti gli spazi di relazione sindacale in previsione dell’attivazione dei servizi sanitari e sociosanitari e dell’implementazione dei progetti di integrazione con il sociale.
Un percorso che dovrà essere monitorato con l’ASST perché sia garantita la sua fattiva realizzazione nel prossimo triennio.