Patto per la fabbrica

Patto per la fabbrica

 

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Consiglio Generale UST dei Laghi del 06 giugno 2018

Cuore dell’evento il “Patto per la fabbrica”, nuovo modello contrattuale e di relazioni sindacali, firmato da Confindustria e Sindacati, volto a rimettere attenzione al lavoro e assicurare una governance equilibrata alla contrattazione collettiva e alla bilateralità.

Di seguito, l’attenzione si è spostata sull’ambito dei trasporti e della logistica, con una interessante discussione sul modello sindacale e i rapporti con il sistema cooperativo.

Ha aperto la mattinata Roberto Benaglia, coordinatore delle politiche contrattuali presso la Confederazione e responsabile dell’Osservatorio sulla Contrattazione di secondo livello OCSEL. Benaglia, in riferimento al Patto, ha da subito posto l’accento sulla centralità del dialogo nelle relazioni industriali e la fondamentale importanza dei rapporti con Confindustria. Nel merito l’accordo, ha spiegato, consta di una parte innovativa e di ammodernamento del sistema di relazioni industriali e di una parte sugli assetti della contrattazione collettiva. Sottolineato quindi come esso sia stato concepito in conseguenza dei cambiamenti nel lavoro e nell’impresa, ha rimarcato come fosse indispensabile un’intesa per aprire nuove sfide per la contrattazione.

La sfida centrale, ha chiarito, è la partecipazione: l’unico modo per cambiare la contrattazione è fare cose nuove e rilanciare il lavoro attraverso welfare e formazione continua.

Roberto Ceroni, Coordinatore area sindacale UNIVA (Varese), ha voluto precisare che in generale occorre parlare di avanzamento delle relazioni industriali e non di innovazione, in quanto i rapporti sono stati sempre indirizzati in tal senso e tale è l’impronta da seguire. Con la consapevolezza che la fabbrica è fatta di persone, l’accordo rende nuova speranza al tessuto industriale.

Consci del fatto che oggi il mercato del lavoro è nuovo e diverso, occorre affrontare il cambiamento dei tempi e modificare di conseguenza l’atteggiamento all’interno delle aziende. L’accordo, ha concluso, è proprio questo e i risultati si possono raggiungere unicamente con la condivisione degli obiettivi: in questo panorama, gli imprenditori devono fare investimenti mirati e garantire la formazione continua e i lavoratori devono adoperarsi per capire le situazioni. Gli accordi territoriali devono essere garantiti dal nazionale attraverso una serie di tutele per la corsa al rilancio, fra le quali competenze, sicurezza sul lavoro e garanzia del posto di lavoro.

Il Segretario Generale della FIT Cisl Lombardia, Giovanni Abimelech, ha presentato la situazione della categoria, ponendo subito l’attenzione ai problemi che la connotano, fra cui le problematiche legate ai contratti, alla legalità e al sindacalismo autonomo. I differenti tavoli che devono essere costituiti per un dialogo costruttivo che ricerchi soluzioni concrete, devono occuparsi oltre che di quanto ricordato, anche delle questioni aperte sui temi degli appalti e dei subappalti, che muovono all’interno di un settore enorme che conta più di 700.000 addetti, con multinazionali che usano e abusano del sistema degli appalti, creando situazioni in cui all’interno di una stessa azienda si muovono e lavorano più cooperative.

Mauro Frangi, Presidente di Confcooperative Como e Varese, ha reso una panoramica del mondo cooperativo, introducendo il tema del contrasto a chi sfrutta il lavoro irregolare e delle false imprese. Questi devono essere posti come oggetti della principale battaglia del settore, consapevoli del fatto che già forme di contrasto esistono, con strumenti che vanno indubbiamente migliorati.

In un mondo del lavoro che include circa tre milioni di lavoratori sfruttati o sottotutelati – ha  spiegato Frangi- dei quali più di 100.000 prestano servizio nelle cooperative, sta a significare che esistono settori compromessi. Il problema va affrontato ben sapendo che dietro allo sfruttamento c’è un committente e un vantaggio economico: occorre trovare la strada giusta per farci carico del problema e provare a costruire soluzioni per chiudere il gap fra le uniche due vie cui si assiste spesso: o lo sfruttamento del lavoro o la cancellazione del lavoro stesso. Gli imprenditori non devono tagliare i costi attraverso il sistema delle false cooperative: bisogna trovare gli strumenti adatti per la tutela del lavoro, rappresentarlo e cambiare il modello su cui fare impresa. Bisogna insieme ripensare alle forme con cui contrattualizzare il lavoro stando molto attenti, cercando di normarlo in una maniera più adeguata alla realtà e lavorare insieme per contrastare la falsa cooperazione.

Occorre provare a immaginare percorsi dove lo strumento cooperativa diventa strumento per riportare lavoro dove il lavoro non c’è più: si possono fare grandi cose per una corretta ricostruzione del lavoro vero con la rigenerazione del lavoro delle cooperative.

Su questi temi, movimento delle cooperative e movimento sindacale possono fare molte cose insieme.

Il segretario della FIT Cisl Varese, Salvatore Blanco, esprimendo una serie di considerazioni sul tema, ha posto alcuni dei problemi di fondo del settore e cioè il senso dell’esistenza di cooperative anche all’interno di società che sono in capo allo Stato e che, come tali, potrebbero funzionare in modo diretto, senza appalti e l’ulteriore problema della sicurezza, laddove le istituzioni, oggi pressochè assenti, devono garantire una maggiore presenza, in quanto il contratto nazionale non può essere l’unico veicolo di tutela per i lavoratori.

La Segreteria FIT Cisl Como ha esposto in seguito, attraverso l’intervento di Flaviano Romito, il caso dell’azienda TBF di Albavilla, realtà nella quale solo attraverso un corretto intervento sindacale e la mediazione, così come poi raccontata da lei stessa, della consulente del lavoro Carlotta Mariani, si è potuto dare un freno ai contrasti derivanti dall’atteggiamento di Sol Cobas, che stavano per compromettere la continuità lavorativa dell’azienda.

Dopo gli interventi di alcuni dei partecipanti al Consiglio, che hanno riportato, in diversa maniera, il focus sulle tematiche e sui problemi ad esse connessi ed emersi nella lunga mattinata, ha concluso i lavori MircoDolzadelli, Segretario USR Cisl Lombardia, rifocalizzando l’importanza di quanto espresso nel Patto e la necessità e volontà di una efficace collaborazione per la risoluzione dei problemi legati alle tematiche esposte.

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