Premi e Welfare
Welfare aziendale e premi di risultato: quali le potenzialità?
Il welfare aziendale e i premi di risultato come nuova frontiera della contrattazione.
E’ questo ciò che è emerso dal seminario organizzato da Cisl dei Laghi e Compagnia delle Opere , che hanno sviscerato il tema sotto ogni punto di vista, per capire situazione e potenzialità di questi strumenti contrattuali.
“Il sindacato interessato al welfare aziendale e alla contrattazione di secondo livello – ha spiegato Gerardo Larghi, segretario generale della Cisl dei Laghi – perché su questa intuizione abbiamo costruito la nostra storia, a partire dagli anni Cinquanta. La Cisl nasce inaftti sull’esempio delle trade unions anglosassoni, dove il welfare aziendale di fatto era già sviluppato. Riuscire a coniugare la contrattazione con le necessità dei singoli è qualcosa su cui abbiamo lavorato molto e rispetto cui oggi iniziamo ad intravvedere qualche possibilità di riuscita. La nostra idea è questa: in azienda crescono le singole persone ed è un punto si redistribuzione della ricchezza generata. Tutto questo, in Italia, è sempre stato gestito dal contratto nazionale, che oggi soffre di limiti fortissimi. Il welfare aziendale per noi è lo strumento per realizzare i bisogni dei singoli. L’esperienza sul territorio ci dice che ci sono esperimenti in questo senso che stanno andando molto bene, sia su aziende medio grosse che su aziende piccole. Come si fa? – la chiosa finale di Gerardo Larghi – Il punto è sempre lo stesso: si parte dalla contrattazione. E noi, come sindacato, siamo sempre disposti e predisposti a farlo”.Sulla stessa linea di pensiero Paola Gilardoni, della segreteria regionale Cisl: “In Lombardia si sono tenuti i primi stati generali del welfare a livello regionale. Abbiamo fatto il punto della situazione e si è provato a vedere quali sono le sfide per il futuro. La crisi è stata forse anche un’occasione per rigenerare strumenti, risorse, vitalità e nuove relazioni che soprattutto in ambito locale si sono dovute riaggiornare. Gli elementi di difficoltà del sistema di protezione sociale sono stati messi in evidenza dalla crisi: che non risponde a tutti i bisogni, ed in questo senso la contrattazione aziendale è servita molto e serve molto. In questi anni di esperienza negoziale il welfare sta diventando sempre più importante, ma servono una diversa cultura e sensibilità, con le parti sociali che avranno sempre più la possibilità di giocare da protagonisti in questo settore: non soggetti passivi, ma soggetti che leggono i bisogni e insieme provano a costruire risorse guardando non solo all’interno del mondo dell’impresa ma anche sul territorio. Il welfare non è un peso – ha spiegato Paola Gilardoni – Esso stesso è promotore di nuova attività, servizi, lavoro e ricchezza di un territorio. Uno dei limiti del welfare aziendale è l’inclusività, data dai limiti della rete cui si rivolge. La vera sfida del Welfare contrattuale è quindi avere la massima inclusività possibile. In primis bisogna però stabilire cosa sia Welfare. Definire un discrimine. Una sfida nuova e interessante, un’arena nuova in cui giocare questa partita”.Ad entrare nelle specifiche più tecniche della questione welfare aziendale e premi di risultato il Paolo Crugnola, consulente del lavoro. Nella cui relazione ha sviscerato a fondo la situazione legislativa ed operativa.Una visione più ad ampio spettro del welfare aziendale l’ha quindi data il dottor Roberto Corno, anch’egli consulente del lavoro: “Premi detassati e welfare aziendale sono patrimonio comune delle grandi aziende, ma ancora poco diffusi nelle medio piccole. L’azienda deve essere intesa come bene comune: no ad una contrapposizione tra impresa e lavoratori, serve invece un’alleanza per lo sviluppo della stessa. L’azienda è un luogo di opportunità. Lo sviluppo del capitale umano significa lo sviluppo dell’azienda. Responsabilizzare le persone è un aspetto sempre più importante, ed in questo senso il welfare aziendale diventa leva indispensabile. Non servono infatti più soldi per motivare persone. Servono sistemi premianti costruiti per orientare e motivare le persone, valutare le prestazioni e riconoscere il merito, condividere valori e obiettivi. Oggi il welfare state va ritirandosi, ma le persone hanno anche più bisogni di prima. Ecco perché il Welfare aziendale diventa importante: occuparsi degli aspetti personali dei propri dipendenti non è più visto paternalismo, ma è elemento qualificante l’attenzione dell’azienda verso i propri collaboratori”.