Primo Maggio a Varese
CGIL, CISL e UIL in piazza per il primo maggio
Petriccioli: “Servono più lavoro, più giustizia fiscale ed il rinnovo dei contratti”
Manifestazione molto partecipata quella che anche quest’anno, come da tradizione, ha invaso le vie di Varese in occasione della festa dei lavoratori, con i sindacati CGIL, CISL e UIL a manifestare unitariamente.
A chiudere la marcia per le vie del centro, all’ombra del Garibaldino di piazza del Podestà, Maurizio Petriccioli, della segreteria nazionale CISL: “Il Primo Maggio, da oltre cento anni, è la festa con cui si chiedono più lavoro e più diritti. Una festa che ci riporta al passato: come sindacati non dimentichiamo infatti altri primi maggio, come quello del 1947 a Portella della Ginestra dove la protesta contro i latifondisti venne repressa nel sangue, o come quello del 1945, quando dopo la Liberazione si scese in piazza per costruire un paese su dei valori che ancora oggi, in tutto il mondo, vengono spesso traditi: in Iran, Egitto, Cina chi è dalla parte dei lavoratori rischia il carcere e la tortura. Quella di oggi è quindi una giornata di feste, lotta e partecipazione per costruire il futuro nostro e dei nostri figli. Da questa piazza – continua Petriccioli – chiediamo più lavoro: i giovani spesso non ne hanno, e quando c’è viene sovente tradito da strumenti come i voucher, nati per dare la possibilità di non lavorare in nero e diventati di fatto una nuova forma precariato, rispetto cui chiediamo al Governo di intervenire. Così come chiediamo di farlo anche rispetto alla questione dei morti sul lavoro e sul rinnovo dei contratti. In questo senso bisogna dire che i sindacati hanno presentato nuove regole contrattuali. Dopo due anni però ci sono ancora 7.5 mln di lavoratori che non hanno ancora beneficia del rinnovo. Dove sono le parti datoriali, perché non accettano la sfida dei sindacati? Ancora: è necessario che il Governo faccia una proposta sulle pensioni. Veniamo da un anno e mezzo di annunci che non si sono mai concretizzati in una proposta, cosa che invece abbiamo fatto noi, avanzandone una chiara e comprensibile, rispetto cui aspettiamo ancora una risposta: crediamo che quarantuno anni di contributi siano sufficienti per garantire una pensione dignitosa. Chiediamo quindi al Governo l’inizio di una trattativa per arrivare a cambiare la Legge Fornero: bisogna sì tenere conto dei conti pubblici, ma anche delle persone. In questo senso – spiega il componente della segreteria nazionale della CISL – il Governo dice che servono le risorse e che non bastano le proposte: perfetto, parliamone! Se vogliamo far ripartire il paese servono investimenti pubblici che attraggono quelli privati affiché si crei lavoro. Sull’Europa abbiamo poi due proposte: uno scudo per la disoccupazione, se è vero che in 7 anni si sono creati 28 mln di disoccupati in Europa: servono politiche attive. In secondo luogo c’è poi il bisogno di creare le condizioni per cui l’Europa non pensi che chi scappa dalla guerra e dalla fame sia un problema esclusivo degli stati di frontiera: deve essere un problema di tutti, condiviso. Serve un atto umanitario, se ci sono dei valori alla base a questa emergenza si deve rispondere unitariamente evitando che il Mediterraneo si trasformi in un cimitero”.
La chiosa del proprio discorso Maurizio Petriccioli la dedica al ruolo del sindacato al giorno d’oggi: “Forse non ci inviteranno più nella sala verde a Palazzo Chigi, l’importante oggi è stare nei luoghi di lavoro per dare voce alle necessità delle persone. Serve meno sindacato di vertice e più sindacato in mezzo alle persone”.