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Gli inizi La CISL nasce il 30 aprile 1950 dalla confluenza della libera CGIL, di parte della FIL e di alcuni sindacati autonomi del settore dei servizi pubblici e privati. Nei suoi primi anni di vita l’intento della CISL è quello di costruire un’organizzazione realmente autonoma dal suo retroterra politico e confessionale. A questo scopo viene costituito nel 1951 il Centro Studi di Firenze che, durante gli anni Cinquanta, organizza corsi per la formazione dei nuovi dirigenti su modello del sindacalismo americano degli anni Trenta e Quaranta. Un riferimento questo da cui la CISL fa discendere anche le conoscenze del sindacato come associazione, un sindacato cioè che basa la sua forza e la sua ragion d’essere sull’adesione volontaria dei lavoratori, i quali ne determinano scelte e orientamenti. Per questo la Cisl ha sempre manifestato la sua opposizione a qualsiasi tentativo di regolamentare per legge l’attività sindacale, come previsto dagli articoli 39 e 40 della Costituzione. Il riconoscimento giuridico, infatti, potrebbe implicare l’iscrizione obbligatoria di tutti i lavoratori al sindacato. Nel 1953 la CISL propone di articolare la contrattazione, cioè di arrivare a contrattare il salario, o alcune sue parti, azienda per azienda, o per settori produttivi : cosa questa che diviene una bandiera della propria attività sindacale per tutto il decennio. Nel 1954 vengono proposte le Sezioni aziendali sindacali (SAS), cioè nuclei della CISL nei luoghi di lavoro con lo scopo di guidare la contrattazione aziendale. L’autonomia delle categorie è proclamata fin dall’inizio, ma rimane senza attuazione fino alla realizzazione concreta della contrattazione aziendale, cioè fino a quando il sindacato non è abbastanza forte da farsi riconoscere come controparte dai padroni. Essere sindacato negli anni Cinquanta è molto difficile, poiché il sindacato è completamente esterno ai luoghi di lavoro e subisce la repressione del padronato. La CISL è impegnata nella ricerca di autonomia nei confronti del proprio retroterra politico tanto che nel 1957 non esita a fare cadere il governo Segni sul problema dei patti agrari e nel 19650 il Governo Tambroni, nato con l’appoggio del MSI. A questo proposito ricordiamo che in quegli anni le tre organizzazioni avevano tutte una propria rappresentanza parlamentare. L’incompatibilità tra cariche politiche e sindacali viene sancita in anni relativamente più recenti. Conseguentemente questi atteggiamenti hanno ripercussioni rilevanti anche nei rapporti con la CGIL. Infatti, se da un lato si registrano momenti di lotta unitaria segnati dallo slogan “Marciare divisi, colpire uniti”, dall’altro si hanno forti divisioni in occasione soprattutto di manifestazioni indette dalla CGIL su questioni di carattere internazionale o politico. E’ questo il periodo degli accordi separati, come nel caso della grande vertenza in merito al conglobamento dell’indennità di carovita nella busta paga base, che si conclude con un accordo interconfederale firmato da CISL e UIL, mentre la CGIL, che si era ritirata dalla trattative, accetta solo in seguito. L’immagine che la CISL si è costruita tra i lavoratori, grazie allo sforzo organizzativo avviato da pastore per formare un quadro dirigente altamente professionalizzato ed autonomo, è quella di un sindacato moderno e competente che raccoglie adesioni di lavoratori provenienti da matrici ideologiche e politiche molto diverse. Significativa da questo punto di vista risulta la vicenda della FIAT, dove la CISL nel 1958 espelle ben 105 del 114 delegati interni, i quali formeranno il SIDA (un sindacato filo padronale vicino alla FIAT), iniziando con una sparuta pattuglia di attivisti FIM (il sindacato dei lavoratori metalmeccanici della CISL) una dura lotta contro i reparti confino e i licenziamenti che terminerà solo nel 1966 quando da sola la FIM CISL organizzerà a Torino una grande manifestazione contro la repressione. Una vicenda, questa, che riveste una grande importanza per la storia della CISL, poiché, sebbene ricalchi, sia pure in termini quantitativi minori, quella dei militanti CGIL dal 1952 al 1958, fa cadere definitivamente le critiche di chi giudicava la CISL “moderata” e più malleabile dai padroni.
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