CASE DI RIPOSO: I DATI RELATIVI A ATS INSUBRIA, DAL REPORT DI FNP LOMBARDIA

CASE DI RIPOSO: I DATI RELATIVI A ATS INSUBRIA, DAL REPORT DI FNP LOMBARDIA

Lo scorso 20 aprile è stato pubblicato il “Report sulla non autosufficienza e le Rsa in Lombardia” della Federazione Nazionale Pensionati Cisl Lombardia, da cui emergono dei dati salienti riguardo alla situazione delle case di riposo nel territorio di ATS Insubria nel periodo compreso tra il 2016 e il 2021.
“Per quanto concerne i posti letto a disposizione il numero resta stabile, anche se – commenta Marco Contessa, componente di segreteria della Cisl dei Laghi- sul totale sono aumentati di circa il 20% i posti solventi ovvero a totale carico dell’utente”.
“Un altro aspetto da non sottovalutare è l’andamento delle liste d’attesa – continua Contessa – partendo da una richiesta di circa 5600 unità nel 2016, ha raggiunto un picco massimo di oltre 10500 posti in attesa nel 2019, per ritornare a 5100 utenti in lista nel 2021, possiamo quindi affermare che la pandemia e le sue conseguenze hanno dimezzato le liste di attesa.
“Se consideriamo invece il tema tariffe medie minima e massima, notiamo che hanno entrambe registrato un aumento del 15% per quanto riguarda i posti in cui contribuisce Regione Lombardia, mentre per quanto riguarda l’aumento per i solventi, con il totale della retta a loro carico, l’aumento è stato minimo – spiega Contessa: un nostro concittadino anziano arriva a spendere tra i 2000 e i 2500 euro per ogni mese di permanenza in casa di riposo, un costo che molti non possono direttamente sostenere e che quindi “condiziona le famiglie” e le indirizza verso scelte alternative apparentemente più economiche: badanti innanzi tutto”.
Ad una lettura che va oltre i meri dati numerici emerge inoltre un grave problema che riguarda il personale: “E’ sempre più difficile individuare e assumere infermieri e OSS nel nostro territorio – ribadisce il componente di segreteria della Cisl dei Laghi – soprattutto a causa della vicina Svizzera che offre condizioni lavorative economicamente più vantaggiose per cui occorrono politiche concrete e mirate che valorizzino, anche sul piano retributivo, queste professionalità”
Alla luce di questa situazione, il sindacato Cisl porta avanti alcune proposte a Regione Lombardia: “La nostra organizzazione chiede che vengano destinate maggiori risorse alle strutture del nostro territorio – 116 residenze sanitarie e 33 centri diurni – sia per superare le conseguenze della pandemia – afferma Contessa – che per alleviare i costi a carico delle famiglie. Proponiamo inoltre che i fondi del PNRR vengano utilizzati non solo per potenziare le realtà già presenti, ma anche per diversificare l’offerta di servizi all’utente, puntando, ad esempio, su centri diurni e su nuclei per Alzheimer”.
“Da molto tempo come sindacato rivendichiamo un serio investimento – sia sul piano nazionale che regionale – sul tema del fondo per la non autosufficienza, onde consentire alle famiglie di affrontare serenamente anche questa fase della loro vita” conclude Marco Contessa.