Infermiere: l’addio di un collega ad una professione amata ma bistrattata

Infermiere: l’addio di un collega ad una professione amata ma bistrattata

ALLA R.S.U. ASST LARIANA…

Condividiamo la lettera di saluto di Claudio Morelli, infermiere presso l’ospedale Sant’Anna di Como, dirigente sindacale iscritto alla Cisl, inviata ai colleghi. Il sofferto commiato da una professione amata. La trovate qui

Il grazie della CISL Fp dei Laghi

Claudio è dirigente sindacale CISL FP e RSU presso ASST Lariana. La profonda passione per il suo lavoro, la sua naturale propensione all’altruismo e alla solidarietà, l’hanno visto protagonista in prima fila nella lotta al covid, al fianco dei colleghi nei reparti e anche sul fronte delle rivendicazioni sindacali nei momenti più difficili della pandemia. Claudio ha deciso di riprendere in mano la sua vita dopo due anni passati in apnea tra corsie in costante emergenza. Il suo non è un caso isolato, non sarà l’ultimo purtroppo. 30 miliardi di tagli alla sanità negli ultimi 10 anni sono stati scaricati in gran parte sul costo del lavoro attraverso il meccanismo del blocco delle assunzioni e dell’inevitabile, progressivo, aumento dei carichi per il personale. Situazione questa che CGIL, CISL e UIL denunciano da anni. A ciò si aggiunga il fardello del sistema dell’accesso a numero (molto) limitato nelle università che non consente di soddisfare nemmeno il turn over, figurarsi il recupero di anni di blocco o limitazione delle assunzioni.  Eppure, non è stato sufficiente sollevare più e più volte questi problemi. La politica si è accorta del grande vuoto che lei stessa ha creato solo dopo un disastro senza precedenti come la pandemia. Nel momento del bisogno qualcuno quel vuoto doveva coprirlo e ci hanno pensato loro: infermieri, tecnici, oss, ausiliari, medici. Il personale sanitario ha pagato – e paga tutt’ora – un tributo enorme in termini di salute fisica e psicologica a causa dell’ignavia di tutti i governi che si sono avvicendati negli ultimi 15-20 anni. A questo si aggiunga l’inefficienza del sistema sanitario regionale che non ha saputo dare risposte adeguate alle istanze dei propri dipendenti e della collettività. Nei momenti più duri della pandemia abbiamo ricevuto innumerevoli testimonianze di lavoratrici e lavoratori arrivati al limite, che non ce la facevano più, che saltavano riposi e facevano notti senza contarle perché i colleghi erano contagiati in reparti con dotazioni organiche che già viaggiavano a ranghi ridotti. È inevitabile a questi livelli di stress che qualcuno possa decidere di fermarsi. Pagano i colleghi che lasciano il loro lavoro per avere un po’ di sollievo psicofisico, pagano i cittadini che vedono ridursi le prestazioni e la qualità nell’erogazione del servizio.  

Come CISL FP ringraziamo Claudio per il grande impegno profuso sia sul lavoro che a tutela dei diritti dei suoi colleghi come sindacalista, augurandogli il meglio per il futuro.    

 

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