LA FIRST CISL DEI LAGHI PREOCCUPATA PER I RISCHI DI CHIUSURE DI NUOVI SPORTELLI BANCARI. LA RICHIESTA DI UN TAVOLO PER IMPIEGARE AL MEGLIO LE RISORSE DEL PNRR
I fondi messi a disposizione dal PNRR potranno consentire nuovi investimenti nei settori manifatturiero e bancario della provincia di Como. Da qui la richiesta della First Cisl dei Laghi per l’apertura di un tavolo, nella nostra provincia, che permetta di creare le condizioni per impiegare al meglio queste somme, anche attraverso investimenti sul fronte della formazione e dell’accompagnamento alle imprese nella transizione digitale ed ecologica.
“Il ruolo delle banche – spiega Alberto Broggi, segretario generale First Cisl dei Laghi – sarà fondamentale nella gestione dei fondi del PNRR, parte dei quali, se adeguatamente investiti nel settore del credito, permetterà di invertire le politiche di contenimento dei costi del personale degli ultimi anni, mettendo così le banche nelle condizioni di accompagnare al meglio le imprese del territorio, attraverso servizi di consulenza ad hoc, nelle sfide fissate dal PNRR”.
Politiche di contenimento che hanno segnato in maniera significativa anche il territorio comasco. Nel 2021 in provincia di Como sono stati chiusi una dozzina di sportelli. Numero che, alla luce della situazione attuale potrebbe crescere in maniera significativa, con processi di riorganizzazione che rischiano di avere contraccolpi pesanti. Banca Intesa prevede infatti la chiusura in Italia di 1050 sportelli, non si sa ancora quale sarà la ricaduta su Como. Una volta che Carige entrerà in Bper chiuderanno, a livello nazionale, altri 150 sportelli. Altro pericolo all’orizzonte è la possibile aggregazione tra Unicredit e Banco Ubpm, che comporterebbe altri importanti tagli.
“Arriviamo da un processo di dimagrimento di sportelli in provincia di Como che va avanti ormai da troppi anni – continua Broggi –. E molte uscite, in passato, non sono mai state rimpiazzare, con importanti riduzioni di organico e di professionalità che oggi sarebbero preziose. Un fenomeno di desertificazione che penalizza in particolare le fasce più deboli, che rischiano di essere tagliate fuori dall’indispensabile processo di digitalizzazione. Oggi il 45 per cento dei lavoratori delle nostre banche è over 50, da qui la necessità di adeguati percorsi di formazione e riqualificazione per essere meglio preparati alle sfide del futuro, oltre che per favorire l’inserimento di nuove “leve”. Così come sarà necessario consolidare il legame con il Canton Ticino, la cui metà della forza lavoro è italiana. Per questo chiediamo un tavolo attorno al quale far sedere istituti di credito, realtà produttive, associazioni di categoria, sindacati per ragionare insieme su come impiegare al meglio le risorse del PNRR e guardare al futuro”.