La protesta della Polizia Penitenziaria del Bassone: l’8 febbraio presidio davanti alla Prefettura di Como

La protesta della Polizia Penitenziaria del Bassone: l’8 febbraio presidio davanti alla Prefettura di Como

Per richiamare l’attenzione rispetto alle gravi condizioni lavorative in cui versano i poliziotti della Casa Circondariale di Como le sigle sindacali del comparto sicurezza della Polizia Penitenziaria di Como (SAPPE, SINAPPE, OSAPP, UIL, USPP, CISL, CIGL, CNPP) hanno organizzato un presidio davanti alla Prefettura di Como per mercoledì 8 febbraio, dalle ore 9.
L’iniziativa ha lo scopo di evidenziare “le molteplici aggressioni subite dagli agenti penitenziari – si legge nella lettera inviata al direttore della Casa Circondariale di Como Fabrizio Rinaldi, e per conoscenza, al Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria, al Prefetto di Como e alle Segreterie Regionali per sollecitare possibili interventi -, la nutrita casistica riguardante altri eventi critici (che in alcuni casi danno vita anche a condotte previste come reato) quali minacce ed ingiurie, le condizioni lavorative nel loro complesso che vedono un tributo crescente di spirito di sacrificio all’intero Reparto, tutto ciò non può più tollerarsi”.
“Non si può accettare – prosegue la nota – che il rischio lavorativo, normalmente assunto da qualsiasi agente penitenziario, cresca esponenzialmente per diventare, usando un voluto eufemismo, certezza di incorrere quotidianamente nella gestione di un evento critico. Al Reparto di Polizia Penitenziaria le scriventi O.O.S.S. danno atto di un’evidente prova di orgoglio e sacrificio, tuttavia quel che appare evidente è che ormai anche il ben alto senso del dovere dei baschi azzurri non basti più per far fronte a quello che giorno per giorno, turno per turno, si sta verificando: per ultimo, e si teme ancora per poco per il possibile sopraggiungere di altri eventi critici… Non si può accettare oltre che la concentrazione in Lombardia di reclusi psichiatrici e/o problematici dal punto di vista della gestione detentiva veda come punto di riferimento la Casa Circondariale di Como, l’Istituto, che non ha mai lesinato di far la propria parte, non può sopportar oltre l’arrivo di detenuti che in altre Case Circondariali hanno dato vita ad episodi auto o eterolesivi. Non si può accettare oltre che le richieste di trasferimento, dei ristretti che hanno aggredito i poliziotti penitenziari comaschi o ne abbiano minacciato in modo serio e concreto l’incolumità, abbiano sorte spesso avversa. Si richiede e pretende rispetto per le condizioni lavorative che il Reparto sta sopportando e si pretende vicinanza concreta, fattiva e visibile da parte del Provveditorato della Regione Lombardia”.
“Le presenti Organizzazioni sindacali – proseguono le organizzazioni sindacali – hanno infatti fin oggi dimostrato senso di responsabilità e disponibilità all’interlocuzione, ora è giunto il momento di vedere interventi risolutori su quanto in questa nota evidenziato, interventi che possono e devono partire da un ascolto da parte del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (Prap) delle richieste di trasferimento. La Casa Circondariale di Como non può e non deve reggere più il peso di tutto il circuito penitenziario lombardo!”
Da qui la decisione del presidio davanti alla Prefettura di Como mercoledì 8 febbraio.
“Se inoltre non si assisterà ad un cambio di rotta deciso e concreto sul “problema sicurezza” – chiosa la nota – ci si riserva di indire una manifestazione a Milano di fronte il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria”.

 

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