Situazione gravissima nelle carceri lombarde e insostenibili condizioni di lavoro del personale. Stato di agitazione dei sindacati

Situazione gravissima nelle carceri lombarde e insostenibili condizioni di lavoro del personale. Stato di agitazione dei sindacati

Condividiamo la nota unitaria delle segreterie regionali lombarde SAPPe, SiNAPPe, OSAPP, UIL P.P., USPP, FNS CISL, FP CGIL in riferimento alla gravissima situazione di criticità che attraversano le carceri lombarde, con l’indizione dello stato di agitazione e la sospensione delle relazioni sindacali nel distretto.

“Le scriventi Organizzazioni Sindacali, in rappresentanza dei loro associati, con la presente, premettono che gli Istituti Penitenziari della Regione Lombardia stanno attraversando un periodo, a dir poco, molto critico derivato dalla gravissima e cronica carenza di organico di Polizia Penitenziaria in tutti i ruoli, dagli agenti, passando al quadro del personale del ruolo Ispettori e Sovrintendenti per arrivare ai funzionari la cui carenza è cronica (ben 5 Istituti lombardi sono privi del Funzionario Comandante di Reparto). Il dato del sovraffollamento detentivo è un altro fattore critico infatti sono presenti quasi 9.000 ristretti – quasi tremila in più rispetto alla capienza regolamentare con una percentuale che si attesa al 145% la più alta di tutta la nazione). Ciò comporta l’aumento degli eventi critici tutti i giorni, quali insulti, minacce e persino aggressioni anche gravi, incendi e tentativi di rivolte oltre ad atti di violenza tra detenuti, atti di autolesionismo e/o tentativi di evasione (sventati il più delle volte in maniera a dir poco fortuita) di auto soppressione e persino, purtroppo, suicidi.
Registriamo anche una scarsa, se non assente, attenzione alle tutele della sicurezza ed incolumità del personale; compressione dei diritti individuali come revoche e/o differimenti dei riposi settimanali o mancata concessione del congedo ordinario.
Oltre ai predetti fattori bisogna aggiungere le modalità organizzative e gestionali dei poliziotti penitenziari, nonché le pessime e precarie condizioni lavorative dove vede i predetti, sovente, costretti a rinunciare persino alla fruizione di un pasto (la c.d. MOS), appunto per mancanza di personale, ad effettuare turni davvero massacranti che vanno ben oltre le otto, nove, dieci e persino dodici (12!!!) ore magari senza vedersi pagato il lavoro straordinario. Il personale di Polizia Penitenziaria è costretto a ricoprire più posti di servizio ciò andando inevitabilmente ad inficiare l’efficacia e l’efficienza della loro azione oltre a pregiudicare, realmente, quelli che sono i fattori principali da assicurare all’interno delle carceri quali: l’ordine, la disciplina e la sicurezza.

Altresì le attività di traduzione appaiono rispetto agli anni precedenti in netto aumento, costringendo a formare delle scorte sicuramente non funzionali alle reali esigenze, anche perché in costanza della carenza di personale, il competente U.S.T. PRAP Lombardia non riesce ad assicurare in maniera funzionale la gestione del personale effettivo presso i Nuclei Traduzioni. Oltre a ciò stiamo assistendo ad una continua violazione delle previsioni statuite all’interno dell’A.N.Q. stipulato in data 05/10/2023 poiché spesso e volentieri le attività di piantonamento, sono organizzate su tre turni operativi da otto ore.

Non ci immaginiamo cosa accadrà nelle prossime settimane con l’approssimarsi dei piani ferie estivo e quindi con la diminuzione ulteriore dei poliziotti presenti all’interno dei reparti detentivi già ridotti ai minimi termini.

Nonostante questo coordinamento sindacale abbia più volte rilevato ed eccepito in diverse occasioni, sia formalmente che di presenza, al Provveditore che legge per conoscenza una grave situazione di criticità derivata principalmente dalla mancanza di personale di Polizia Penitenziaria e dal continuo aumento della popolazione detenuta, ad oggi non abbiamo visto alcuna adozione di provvedimenti atta a lenire il disagio dei poliziotti o provvedimenti deflattivi nei confronti della numerosa popolazione detenuta la quale al suo interno annovera numerosi soggetti con fragilità mentali, psichiatrici, tossicodipendenti, farmacofiliaci, soggetti non avvezzi al rispetto delle regole, soggetti estremamente violenti etc…

Stessa cosa dicasi per il Centro Giustizia Minorile e di Comunità che neanche all’indomani dei gravi fatti occorsi presso l’I.P.M. di Milano ha ritenuto necessario coinvolgere queste OO.SS. che pur rappresentano il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. Senza poi contare che in spregio alle previsioni del citato A.N.Q. i lavori per la definizione del P.I.R. appaiono “un lontano miraggio”.

Se all’orizzonte non è previsto un aumento significativo di personale di contro registriamo un trend quotidiano, sempre più in aumento, della popolazione detenuta che ha reso le condizioni lavorative dei poliziotti non più sostenibili né accettabili.

I poliziotti sono letteralmente esasperati, esausti e demotivati, a prestare il loro mandato istituzionale con delle condizioni assolutamente precarie ed insicure, a gestire centinaia di detenuti, occupando più posti di servizio rilevando un maggior carico di lavoro di responsabilità ma anche di stress lavorativo e psicofisico. Quotidianamente, con queste condizioni, temono per la loro incolumità fisica, basta verificare i dati che riguardano il numero di poliziotti che ha dovuto ricorrere, necessariamente, alle cure dei Pronto soccorsi e le numerose giornate di prognosi assegnate che costituiscono ulteriore assenza dal servizio dei malcapitati aggrediti.

Spiace dover evidenziare una forma di inerzia da parte della politica ma principalmente dell’Amministrazione Penitenziaria regionale nel non aver adottato dei seri ed urgenti provvedimenti affinché in Lombardia si creino le minime ed accettabili condizioni lavorative e di sicurezza all’interno di tutti gli Istituti e quindi lenire quanto più i numerosi disagi dei poliziotti e migliorare anche le condizioni detentive dei ristretti che, di riflesso, si riverberano negativamente sul personale.

Le predette condizioni in cui versano oggi gli Istituti Penitenziari lombardi hanno portato le scriventi Organizzazioni Sindacali Regionali ad una dura presa di posizione nei confronti dell’Amministrazione rea di aver “abbandonato” al proprio destino le sorti delle carceri lombarde.

Per tutti questi motivi e tanti altri, sono a comunicare, come segno di protesta, la sospensione delle relazioni sindacali in tutto il distretto lombardo – PRAP, CGMC e tutte le Direzioni, con l’esposizione delle bandiere.

Si riservano, inoltre, di intraprendere altre forme di protesta come una pubblica manifestazione al fine di sensibilizzare la politica, l’Amministrazione, nonché l’opinione pubblica, affinché nelle carceri della regione Lombardia si ripristinino le minime condizioni di sicurezza e lavorative”.