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La nascita della Cisl nella stampa italiana di Ivo Camerini Recentemente, in un pubblico intervento (Roma, 1 marzo 2000; presentazione del libro di Mascini: ‘Profitti e salari’), il giornalista Mario Pirani ha affermato che occorre ribaltare la tesi, a lungo sostenuta dalla maggioranza degli intellettuali italiani, che la rottura sindacale del 1948 fu una iattura per il movimento sindacale italiano e quindi che va riconosciuta la portata storica e positiva di quell’avvenimento per lo sviluppo democratico dell’Italia. Stessa tesi viene sostenuta e approfonditamente motivata da Giuseppe Vedovato in un ampio e ragionato articolo pubblicato su Via Po del 19 marzo 2000. Ora (siccome la nascita della Cisl trova la sua vera e decisiva ‘levatrice’ in quell’episodio di rottura del luglio 1948 e negli avvenimenti sindacali che susseguirono) nell’avvicinarsi del cinquantesimo della Cisl ritengo utile riproporre una mia piccola ricerca sui quotidiani italiani di quella primavera del 1950 che vide anche la nascita della Uil (5 marzo 1950). Come si parlò della nascita della Cisl nella stampa italiana nei giorni di fine aprile e primi di maggio 1950? Quali i toni dei commenti , le valutazioni, l’accoglimento, o meno, espressi sull’operazione politica voluta e condotta in modo preminente da Giulio Pastore in quella primavera di 50 anni fa? E’ per rispondere a questi interrogativi, e, principalmente, per ricostruire una documentazione sul ‘che cosa’ dissero le cronache dell’epoca sull’avvenimento, che mi è apparso utile ed interessante riandare a sfogliare la stampa quotidiana di quei giorni. Infatti attraverso la redazione di una essenziale Rassegna stampa si può offrire la possibilità di rileggere titoli e passi significativi di una cronaca che con l’andar del tempo è divenuta storia non solo della Cisl, ma dell’intero movimento sindacale e della storia sociale del novecento italiano. Con questa intenzione, si è svolta la ricerca in emeroteca tuttavia, come è facile constatare, non si può fare a meno di sottolineare che la quasi totalità della grande stampa italiana di quei giorni a cavallo tra l’aprile ed il maggio 1950 non coglie la ‘novità Cisl’. Cioè: nei cosidetti giornali indipendenti l’avvenimento della nascita della Cisl viene visto ed inserito soltanto dentro il contesto delle manifestazioni del 1° Maggio senza intuizione del significato della nuova presenza sindacale che prende ad organizzarsi tra i lavoratori italiani.
“L’ Avanti” (Psi) il 3 maggio, nella pagina interna dedicata alla cronaca di Roma, scrive nella nota I liberini cambiano sigla: “(…) duemila persone con il biglietto pagato assistono all’evento, sedute sugli scalini del Tribunale. Domenica scorsa al teatro Adriano è morta una sigla e ne è nata un’altra. Defunta la Lcgil è sorta la Cisl sempre diretta dal deputato D.C. Giulio Pastore, sempre pronta a seguire gli ordini del Governo, sempre decisa ad opporsi alle più legittime aspirazioni dei lavoratori”. (Cfr. “L’ Avanti”, 3 maggio 1950, p. 2). L’UNITA’ (Pci) parla dell’avvenimento solo il 3 maggio nella pagina interna dedicata alle notizie dell’interno e dall’estero; nella parte finale di un articolo su “malcostume democristiano”, scrive “(…) Con una ridicola manifestazione sciovinistico-bandistico-folkloristica si sono fuse domenica mattina all’Adriano Lcgil e Fil dando luogo alla nuova “Confederazione italiana sindacati lavoratori”. Capo della Cisl sarà naturalmente Pastore”. ( “Cfr. Viola conferma le accuse contro il malcostume democristiano, in “L’Unità”, 3 maggio 1950, p. 5).LA VOCE REPUBBLICANA (Pri) pubblica la notizia il 3 maggio con un corsivo in prima pagina, in basso a sinistra, firmato “il segnalinee”. Sotto l’occhiello Accadde all’Adriano ed il titolo Suggellato in sette discorsi il matrimonio fra Fil e liberini, il seguente sommario: “contadini e massaie trasportati dalla provincia in pellegrinaggio sindacale”. Ed inoltre, sempre in prima pagina, riporta un’intervista allo stesso Pastore, in cui questi, tra l’altro, dichiara: “L’atto costitutivo sarà quanto di più semplice si può immaginare. Proclamato lo scioglimento delle organizzazioni unificande saranno solennemente annunciati i principi su cui si fonda la nuova organizzazione. Tali principi si possono così riassumere:
Tali principi saranno inseriti nello Statuto della Cisl e diverranno patrimonio comune di tutti i lavoratori italiani”. (Cfr. Nasce la Cisl in ‘Il Popolo’, 30 aprile 1950, p. 1). Tutti questi due pezzi sono collocati in prima pagina sotto il titolo unificante a cinque colonne “Al primo posto il lavoro nella libertà e nella giustizia” che comprende anche il testo completo del manifesto che Lgil, Fil e Ufail indirizzano ai lavoratori italiani in occasione della festa del primo maggio e che qui di seguito riporto integralmente. “ Lavoratori! Questo primo maggio si celebra sotto l’auspicio di un grande evento che è pegno di una sicura rinascita del movimento sindacale italiano e che dischiude un luminoso orizzonte al vostro cammino verso l’emancipazione sociale. La festa del lavoro suggella quest’anno un nuovo patto di affratellamento, nei comuni ideali, di tutte le libere e democratiche forze del lavoro nel nome della Confederazione italiana dei Sindacati dei Lavoratori. Festeggiamo quindi con entusiasmo ed orgoglio la nascita della Cisl. Viva la classe lavoratrice! Viva la festa del lavoro!”. Non migliore e più concreta promessa di riscatto morale e materiale poteva recarvi la ricorrenza del 1° Maggio, così come non sotto migliore auspicio poteva nascere la nuova grande organizzazione sindacale. Essa chiama a raccolta voi tutti, lavoratori, di ogni categoria del braccio e del pensiero che, delusi del sistematico sfruttamento politico dell’organizzazione operaia, attendevate che una nuova più vasta unità sindacale sorgesse per la legittima difesa dei vostri sacrosanti diritti nel pieno rispetto delle libertà democratiche e nella cosciente valutazione dei superiori interessi del Paese, consapevoli che solo nel quadro di una generale rinascita dell’Economia Nazionale risiede la possibilità di un miglioramento sociale di tutti i lavoratori. Lavoratori, foste adescati e credeste; foste ingannati e vi ritraeste sfiduciati, divisi e sospettosi. Un gran numero di lavoratori ha atteso un nuovo centro di unità ispiratrice, una formula di nuovo ordinamento sindacale, una concorde e libera associazione, cui siano leggi l’eguaglianza e il metodo democratico. L’esperienza dei tre movimenti che oggi confluiscono nella nuova organizzazione democratica (Lcgil, Fil e Sindacati autonomi) insegna che solo la totale eliminazione delle correnti ideologiche, la libera affermazione dei valori individuali e l’assoluta indipendenza dai partiti e dal Governo costituiscono le condizioni che rendono l’organizzazione delle forze lavoratrici strumento efficace per la loro elevazione e per la garanzia della libertà. Su queste solide garanzie, lavoratori, in occasione di questo 1° Maggio, la Cisl assume il solenne impegno di guidarvi verso la redenzione economica attraverso un’azione sindacale di responsabilità e di consapevolezza, senza deviazioni o facili suggestioni demagogiche, nell’intento di assicurare alla classe lavoratrice conquiste sociali effettive e durevoli. Lavoratori, restituite voi al sindacato la sua forza e la sua specifica funzione di strumento di lotta per il comune affrancamento: questo sia impegno che assumete celebrando la vostra festa. Unitevi nella libertà e sarete potenti nella giustizia. Viva Il sindacalismo libero e democratio! Per ribadire gli ideali e la storicità dell’avvenimento il popolo dedica poi alla nascita della Cisl l’intera pagina tre che, sotto il titolo a nove colonne I liberi sindacati hanno difeso i lavoratori dai tentativi di sopraffazione della rossa Cgil, propone ai lettori i seguenti articoli: Un lungo cammino; Due tesi sindacali dividono il mondo; Il Governo non sta a guardare; Una nuova unione mondiale libera da schiavitù ideologiche; Conquiste organizzative. L’edizione de ‘Il Popolo’ del 3 maggio riporta in pagina quattro una ampia cronaca, intitolata: Costituita la Confederazione dei Sindacati democratici. c) – I giornali ” cattolici” L’OSSERVATORE ROMANO, quotidiano ufficioso della Santa Sede, registra la notizia dell’avvenimento nella sua edizione del 30 aprile, nelle quattro righe finali dell’articolo Notizie italiane–La situazione politica, pubblicato a pagina 5. Sempre il 30 viene pubblicata pure una nota d’agenzia intitolata: assemblea per la costituzione della Cisl. Il due maggio invece dedica in pagina due una cronaca dettagliata, ma lineare e distaccata, come è nel costume giornalistico di questa testata, all’assemblea svoltasi al teatro Adriano. Il titolo è: La nascita della confederazione dei sindacati dei lavoratori. Ed infine nel consueto articolo Notizie Italiane – La situazione politica, appaiono ancora le seguenti parole: “L’avvenimento più importante della giornata domenicale è stata la riunione sindacale di Roma con la nascita della nuova organizzazione democratica e indipendente, la Cisl” (Cfr. L’Osservatore Romano, 2 maggio 1950, p. 4). Notevole spazio all’avvenimento viene dedicato da parte del giornale portavoce delle organizzazioni cattoliche, L’AVVENIRE D’ITALIA (Bologna) che già il 29 aprile ,riporta in prima pagina una cronaca di agenzia intitolata: Nasce la Cisl il primo maggio . Il giorno seguente, il 30 aprile, è il direttore del giornale, Raimondo Manzini, che interviene sull’argomento con l’editoriale Primo Maggio chiaramente ‘ispirato’ da oltre Tevere. Tra l’altro si scriveva “(…) In questo primo maggio i lavoratori si trovano innanzi ad un avvenimento la cui portata non tarderà a manifestarsi: la nascita della Cisl che rappresenta l’unificazione della Lcgil e della Fil; una confederazione nettamente democratica le cui finalità sono scopertamente evidenti nel manifesto stesso che pubblichiamo in altra parte del giornale (…). La Cgil da sola non riesce più a concludere nessun contratto perché sul terreno delle rivendicazioni sociali si fa sempre più sentire l’indirizzo tecnico-sindacale della Cisl. Solo nelle azioni violente i sindacalisti rossi riescono ancora a far sentire un loro peso, ma è forza sterile e destinata a svuotarsi via via che il sindacalismo rientra nel suo naturale alveo, libero da asservimenti unilaterali e mentre i rossi si appellano ad una specie di autarchia di tipo fascista, la Cisl punta sulla liberalizzazione delle merci e della mano d’opera”. (Cfr. “L’Avvenire d’Italia”, 30 aprile 1950, p. 1). Il 3 maggio il giornale riporta un ampia cronaca del discorso tenuto il 1° maggio dal segretario generale della Cisl e nel sommario dell’articolo, sotto il titolo Pastore a Bologna , si legge “Basi ed indirizzo della Cisl – onore al coraggio dei liberi emiliani”. Il quotidiano bolognese ritorna poi sull’avvenimento il 5 maggio in un articolo di taglio ideologico, intitolato Chi tradì? e firmato (m.c.). Vi si legge tra l’altro: (…) L’atto ha un’importanza che trascende il valore sindacale della cosa per realizzare un fatto della maggior importanza politica e morale. Infatti i lavoratori che hanno accolto la libertà nel campo della tutela economica e sindacale hanno fondato le loro organizzazioni e categorie, inequivocabilmente affermato che i principi e i sentimenti politici che individualmente ciascun lavoratore professa non sono di ostacolo ad una intima unione di tutti i lavoratori, prescindendo dal partito politico a cui aderiscono, per un leale e completo accordo nel campo delle realizzazioni economico-sociali che le organizzazioni sindacali hanno il dovere ed il compito di realizzare per loro conquistando una sempre migliore, ma possibile vita, sia come tenore di essa sia come situazione morale del prestatore di opera nei confronti del capitale: con questo atto si raggiunge inoltre la materiale prova che la confederazione dei liberi sindacati non è asservita a nessuna idea e fede politica, ma obbedisce esclusivamente all’imperativo dell’interesse dei lavoratori che, necessariamente deve arrangiarsi con quello non solo del datore di lavoro, perché la produzione consenta in un tempo, di assicurare ai lavoratori stessi la continuazione sicura e tranquilla dell’occupazione, ma anche al bene generale che si realizza nella prosperità e nella fraternità sociale di tutti i cittadini della Patria (…). Il fatto che i lavoratori di differenti sentimenti politici, ma di uguale senso morale e di incompatibilità, si siano tesi la mano al di sopra e al di fuori delle ideologie che ognuno è libero di professare quando queste non contrastino con l’ordine e la morale sociale democraticamente intesa, garantisca a tutti i lavoratori che la difesa economica non sarà più proposta a interessi particolaristici di tendenze e di partiti politici”.(Cfr. “L’Avvenire d’Italia’, 5 maggio 1950, p. 1). Nelle pagine de “IL QUOTIDIANO” (Roma) il fatto, invece, trova limitatissimo spazio, dedicato, per l’altro, esclusivamente a rapide cronache. Nell’edizione del 29 aprile la notizia viene data in un articolo della cronaca di Roma in pagina due: L’unificazione dei liberi sindacati annunciata domani ufficialmente.L’edizione del 30 aprile ha solo mezza colonna di cronaca in prima pagina sotto il titolo La nuova Confederazione dei sindacati democratici. Il 3 maggio 1950, il giornale della Ac, presieduta da Gedda, porta una breve cronaca in prima pagina dell’Assemblea all’Adriano con l’articolo: Il discorso di Pastore per la nascita della Cisl. Ivo Camerini Tra i giornali di partito solo IL POPOLO (Dc) dà spazio all’avvenimento della nascita della Cisl. Il 30 aprile pubblica un editoriale di Pastore intitolato Festa del lavoro , in cui tra l’altro, viene sottolineato che “la celebrazione del 1° Maggio si accompagna quest’anno con un avvenimento che consacra ancora una volta la naturale aspirazione del mondo del lavoro all’unità (…) si può essere sicuri che il 1° maggio 1950 costituirà pietra miliare per la storia gloriosa del proletariato italiano” (Cfr. “Il Popolo , 30 aprile 1950, p. 1). Festeggiamo quindi con entusiasmo ed orgoglio la nascita della Cisl. |