storiapolitichetappe
Le tappe di un lungo cammino di Ivo Camerini La Cisl viene fondata il 30 aprile 1950 con l’approvazione del ” Patto di unificazione delle forze sindacali democratiche” , votato all’unanimità dai delegati della Lcgil, della Fil e della Ufail, riuniti in assemblea generale costituente al teatro Adriano di Roma. In quel “patto” costitutivo di cinquant’anni fa , tra l’altro , si affermano i seguenti punti: “La Cisl sorge per stringere in un unico volontario vincolo sindacale tutti i liberi lavoratori italiani che -convinti della necessità di respingere un sindacalismo fondato, ispirato e diretto da correnti politiche e ideologiche– vogliono impostare il movimento sindacale sull’autogoverno delle categorie esercitato nel quadro della solidarietà sociale e delle esigenze generali del Paese. La Cisl afferma la sua decisa volontà di tutelare il rispetto e la dignità della persona umana come condizione primaria di vera giustizia sociale e proclama i seguenti fondamentali diritti dei lavoratori, che prende solenne impegno di difendere e propugnare:
La Segreteria confederale eletta dall’Assemblea generale dell’Adriano risulta così composta: Giulio Pastore (segretario generale), Giovanni Canini, Paolo Consoni, Roberto Cuzzaniti, Luigi Morelli, Enrico Parri (segretari), Alberto Cajelli, Paolo Cavezzali, Dionigi Coppo, Giuseppe Giuffrè, Amleto Mantegazza, Anselmo Martoni, Appio Claudio Rocchi, Bruno Storti ed Ermanno Trebbi (vice segretari). E’ la prima segreteria confederale ed è quella che porterà la Cisl al suo primo Congresso nazionale del 1951. Questi dirigenti , di diversa provenienza politica e culturale, sono i protagonisti del non facile passaggio vissuto dal ‘libero’ sindacato dopo la rottura del 1948 e vengono oggi indicati dalla letteratura storica come ‘coloro che seppero accendere il fuoco del sindacalismo democratico nell’Italia del secondo novecento”. Questa definizione è riferita anche ‘all’attraversamento del mar rosso’ che dovettero compiere nell’estate del 1948 in seguito allo sciopero politico proclamato dalla componente socialcomunista dopo l’attentato a Palmiro Togliatti. Un attraversamento che ebbe come tappe intermedie, ma fondamentali, la costituzione della Lcgil e della Fil. La Lcgil, costituita il 17 ottobre 1948 da Pastore e dai sindacalisti della corrente cristiana della Cgil unitaria, fu la prima roccaforte del sindacalismo democratico italiano e risultò essere l’edificio portante dell’unificazione del 30 aprile 1950 che diede appunto vita alla Cisl.
Il I Congresso confederale si svolge a Napoli nel salone del Museo nazionale. I lavori sono presieduti da Renato Cappugi. Partecipano al Congresso 768 delegati, di cui 322 rappresentanti delle Usp e 446 rappresentanti delle Federazioni e sindacati di categoria. Il tema congressuale è: “Uomini liberi nel sindacato libero”. La Cisl conta 1.189.882 iscritti. Questa la segreteria che guida la Cisl dopo il primo Congresso: Pastore (segretario generale); Morelli (segretario generale aggiunto), Storti, Coppo, Cuzzaniti, Parri, Canini, Cajelli, Cavezzali e Rocchi (membro di diritto in quanto direttore di “Conquiste del lavoro”).
Il II Congresso confederale si tiene a Roma al Palazzo dei congressi dell’Eur ed ha per tema “Il rafforzamento del sindacato, il miglioramento del tenore di vita dei lavoratori, lo sviluppo economico, sociale del Paese”. Vi partecipano 955 delegati, di cui 342 per le Usp e 613 in rappresentanza delle federazioni e sindacati di categoria, per un totale di 1.326.542 iscritti. Presidente del Congresso è Renato Cappugi. Argomenti principali del dibattito congressuale sono l’autonomia fuori da ogni influenza del partito, il netto rifiuto di ogni pericolosa collusione col padronato, la necessità dell’unificazione delle forze sindacali democratiche. In più si richiede l’unificazione tra Cisl e Uil. Nella mozione conclusiva si prende atto degli importanti successi organizzativi realizzati tra il primo e il secondo Congresso e si indica per l’attività futura della Confederazione la necessità di “uno sforzo organizzativo a tutti i livelli a sostegno di un maggior dinamismo contrattuale con l’adozione di opportune strumentazioni degli organi verticali nei luoghi di lavoro ed il promovimento di sezioni sindacali di azienda, fabbrica, di cascina o fattoria”. Sui problemi sindacali e contrattuali il Congresso ribadisce le scelte già operate nel Consiglio generale nella sessione svoltasi a Ladispoli dal 24 al 26 febbraio 1953. In particolare si sostiene che: la contrattazione collettiva deve essere intesa sempre più come lo strumento principale a disposizione delle classi lavoratrici; l’introduzione di sistemi di remunerazione adeguati ai diversi processi produttivi deve diventare materia di contrattazione aziendale collegata ai benefici derivanti dal miglioramento dell’efficienza produttiva; la contrattazione collettiva deve trovare un rafforzamento nella sua efficacia anche attraverso l’istituzione di commissioni paritetiche conciliative e deve svilupparsi ,oltre che ai normali livelli categoriali ed intercategoriali, anche a livello nazionale in sede di discussione, elaborazione ed applicazione delle direttive di politica economica dei pubblici poteri. La segreteria, eletta il 28 aprile dal nuovo Consiglio generale, risulta così composta: Pastore (segretario generale), Storti (segretario generale aggiunto), Cavezzali, Coppo, Canini, Parri, Macario (segretari).
Il III Congresso confederale si svolge a Roma al Palazzo dei congressi dell’Eur. Vi partecipano 662 delegati, di cui 261 rappresentanti delle Usp e 401 delle federazioni e sindacati di categoria. Gli iscritti alla Cisl sono 1.654.242. I lavori sono presieduti da Renato Cappugi. La relazione generale viene illustrata ai congressisti da Bruno Storti, che dal 2 luglio 1958, cioè dal giorno successivo all’ingresso di Giulio Pastore al Governo quale ministro per la Cassa del mezzogiorno, ha assunto la carica di segretario generale. Il tema congressuale è: “Il sindacato democratico per lo sviluppo della società italiana ed europea”. I punti principali affrontati nella relazione sono: l’autonomia sindacale, il rapporto sindacato-partito, l’unità dei lavoratori, la politica contrattuale. Il Congresso conferma la linea della Cisl di riferire l’incremento salariale all’incremento della produttività del lavoro; sollecita un maggior snellimento delle procedure della contrattazione, il riordinamento dell’assetto zonale salariale e la parità di retribuzione tra uomo e donna. Viene inoltre ribadito il giudizio negativo sull’attuazione dell’articolo 39 della Costituzione e viene indicata, in linea di principio, l’incompatibilità tra responsabilità sindacali e responsabilità politiche e parlamentari.Un particolare momento di emotività e fraternità associativa viene vissuto dai congressisti quando Bruno Storti consegna una medaglia ricordo all’ex segretario generale e fondatore della Cisl, Giulio Pastore, che il Congresso con un apposito ordine del giorno, approvato all’unanimità, elegge membro a vita del Consiglio Generale della Cisl. Questa la nuova segreteria: Bruno Storti (segretario generale), Dionigi Coppo (segretario generale aggiunto), Giovanni Canini, Paolo Cavezzali, Claudio Cruciani, Luigi Macario, Enrico Parri (segretari confederali).
Il IV Congresso confederale della Cisl si svolge a Roma al Palazzo dei congressi dell’Eur. Vi partecipano 526 delegati, di cui 192 rappresentanti delle Usp e 334 rappresentanti delle federazioni e sindacati di categoria. Gli iscritti alla Cisl sono 1.401.737. I lavori sono presieduti da Franco Volontè. Il tema è :”L’Iniziativa rinnovatrice della Cisl nella società in trasformazione per la promozione dei lavoratori italiani”. Il dibattito è caratterizzato dai temi dell’autonomia sindacale e della contrattazione. Nella relazione generale Storti propone la revisione dell’articolo 39 della Costituzione e rilancia la proposta dell’unificazione di tutti i sindacati “democratici”. Sui rapporti tra Cisl e Cgil Storti si limita a constatare che le due confederazioni sono “organizzazioni operanti non solo in posizioni diverse strutturalmente e organizzativamente, ma che hanno due diverse concezioni della società e del sindacato”. I punti sui quali si articola la mozione conclusiva sono: il rafforzamento organizzativo; lo sviluppo economico e sociale dell’Italia; un nuovo equilibrio sindacale italiano e lo sviluppo economico-sociale su scala mondiale. La Segreteria che guida la Cisl dopo il Congresso risulta così composta: Storti (segretario generale), Coppo (segretario generale aggiunto), Armato, Cavezzali, Cruciani, Macario, Scalia (segretari), Baldini, Fantoni, Marcone, Rocchi (vice segretari).
V Congresso Roma
Il V Congresso confederale si svolge a Roma al Palazzo dei congressi dell’Eur. Vi partecipano 572 delegati di cui 212 in rappresentanza delle Usp e 360 delle federazioni e sindacati di categoria. Gli iscritti alla Cisl sono 1.515.564. I lavori sono presieduti da Giovanni Canini. La relazione generale è svolta da Storti sul tema congressuale: “La Cisl forza autonoma per il progresso dei lavoratori in una società pluralistica”. Nel corso del dibattito prendono consistenza posizioni, differenti da quelle della segreteria, che si coagulano, in particolare, nelle tematiche portate avanti dalla dirigenza Fim. La mozione conclusiva si sofferma sulla politica governativa che dovrà favorire la ripresa degli investimenti produttivi, soprattutto in direzione delle industrie di base. Per quanto riguarda i rapporti con gli altri sindacati viene auspicato il superamento delle remore ancora esistenti al completo realizzarsi della unificazione tra le centrali sindacali italiane aderenti alla Cisl internazionale. Nei confronti della Cgil viene indicata la linea di azione sindacale, “intesa come strumento di convergenza sulle linee autonomamente elaborate e come alternativa competitiva nei riguardi dei lavoratori”. Il 26 si tiene la terza sessione del Consiglio generale che riconferma nella carica di Segretario generale Bruno Storti. La segreteria è completata con la nomina di Coppo (segretario generale aggiunto), Cavezzali, Armato, Scalia, Cruciani (segretari), Baldini, Fantoni, Marcone (vice segretari).
Il VI Congresso confederale si svolge a Roma al Palazzo dei congressi dell’Eur. Vi partecipano 610 delegati di cui 2227 in rappresentanza delle Usp e 383 delle federazioni e sindacati di categoria. Gli iscritti alla Cisl sono 1.622.158. I lavori sono presieduti da Guerrino Tappi. Il tema è: “Potere contro potere”. Dopo un serrato e teso dibattito congressuale vengono presentate due mozioni contrapposte: una della maggioranza, cui fa capo Storti, ed una della minoranza cui fanno capo Armato, Macario, Carniti. Il Congresso stabilisce l’incompatibilità tra il mandato parlamentare ed ogni incarico direttivo nell’organizzazione. I contrasti vertono soprattutto sui modi e sui tempi in cui perseguire alcuni obiettivi fra i quali: la riforma della casa, del fisco, della scuola, dell’agricoltura, il disarmo della polizia nei conflitti di lavoro, le forme di rappresentanza e l’unità sindacale. Il 30 luglio il nuovo Consiglio generale elegge la segretaria confederale che risulta così composta: Storti (segretario generale), Scalia (segretario generale aggiunto), Baldini, Ghezzi, Pomini, Reggio e Tacconi (segretari confederali).
Il VII Congresso confederale si svolge a Roma al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Vi partecipano 799 delegati in rappresentanza di 2.184.279 iscritti alla Cisl. All’Ufficio di presidenza sono eletti: Sala, Leolini, Spandonaro, Beretta e Sironi. Sul tema “Una Cisl forte e unità per l’unità e lo sviluppo della società italiana” svolge la relazione Bruno Storti. Il dibattito congressuale fa emergere posizioni divergenti sui principali temi discussi: politica delle riforme, strategia delle lotte contrattuali, nuove rappresentanze sindacali all’interno delle aziende, unità sindacale, unità interna all’organizzazione. Le due mozioni finali, una della maggioranza, cui fa capo Storti, e una della minoranza, cui fa capo Scalia, ottengono rispettivamente: 1.121.500 voti la prima e 899.500 voti la seconda. La mozione congressuale vincitrice indica come obiettivi immediati del sindacato la lotta all’inflazione, la ripresa dell’occupazione, la perequazione dei redditi. Riforme, occupazione e Mezzogiorno devono essere i punti qualificanti della lotta dei lavoratori italiani. Si riconferma la volontà della Cisl di realizzare l’unità organica portando avanti le esperienze avviate, generalizzando le strutture di base, facendo della Federazione unitaria un momento di reale democratizzazione del processo unitario. La segreteria, eletta dal nuovo Consiglio generale uscito dal Congresso risulta così composta: Storti (segretario generale), Macario (segretario generale aggiunto), Baldini, Ciancaglini, Fantoni, Marcone, Marini, Reggio, Romei, Spandonaro, Tacconi (segretari confederali).
L’VIII Congresso confederale si svolge a Roma al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Vi partecipano 1.012 delegati, in rappresentanza di 2.823.735 iscritti alla Cisl. All’Ufficio di presidenza sono nominati: Carmelo Pillitteri, Enzo Leolini, Bruno Mazzi, Antonio Pagani ed Enzo Terranova. Il tema congressuale è “Una proposta di solidarietà e uguaglianza per uscire dalla crisi economica, per impedire la disgregazione sociale”. La relazione è tenuta dal segretario generale Luigi Macario, che è succeduto nella carica a Bruno Storti, eletto nel gennaio del 1977 alla presidenza del Cnel. Macario parla della crisi nel Paese che viene definita “non solo economica e sociale, e non solo civile e politica, ma anche morale e spirituale”, delle politiche rivendicative e contrattuali, dell’assetto del territorio, della politica delle riforme, della riconversione produttiva e dell’azione sindacale internazionale. Il documento conclusivo approva la relazione di Macario e la lista della tesi-1 che ottiene 1.678.500 voti apri a 44 consiglieri. La lista della tesi-2 ottiene 1.225.500 voti a pari 22 consiglieri. Il congresso approva inoltre il nuovo Statuto confederale. Il 6 luglio il nuovo Consiglio generale della Cisl elegge Segretario generale Luigi Macario con 123 voti favorevoli su 194 votanti e Pierre Carniti Segretario generale aggiunto con 125 voti a favore su 195 votanti. Alla segreteria confederale vengono eletti: Eraldo Crea, Idolo Marcone, Roberto Romei, Michelangelo Ciancaglini, Manlio Spandonaro. La minoranza non accetta cariche di segreteria e di Comitato esecutivo. Solo in un secondo momento Franco Marini e Pietro Merli Brandini entreranno in segreteria. Il superamento delle due posizioni interne avviene con la riunione del Consiglio generale del 2 maggio 1979 quando Pierre Carniti viene eletto Segretario generale e Franco Marini Segretario generale aggiunto. Il Consiglio Generale del 2/5/’79 elegge inoltre la nuova Segreteria confederale che risulta così composta: Mario Colombo, Cesare Del Piano, Antonino Pagani, Paolo Sartori. Luigi Macario, sempre il 2 maggio 1979, lascia la Cisl per candidarsi alle elezioni politiche e a quelle per il Parlamento europeo e Idolo Marcone si dimette dalla segreteria per motivi di salute e raggiunti limiti di età.
IX Congresso Roma
Il IX Congresso Cisl si svolge a Roma al Palazzo dei congressi dell’Eur. Vi partecipano 1.031 delegati, di cui 519 in rappresentanza delle strutture orizzontali e 512 in rappresentanza delle strutture verticali. I lavori sono presieduti da luigi Paganelli, direttore del centro Studi Cisl di Firenze. La relazione è svolta dal segretario generale Pierre Carniti sul tema: “Capire il nuovo, guidare il cambiamento”. I temi affrontati da Carniti sono quelli della crisi e dell’ emergenza visti come occasione di trasformazione; della pace e della giustizia quali valori necessari per trovare nuovi equilibri nel mondo; del rapporto sindacato-stato democratico; della lotta al terrorismo, della democrazia sindacale e dell’unità; della riforma della struttura e dei contenuti della contrattazione connessa alle priorità rivendicative della lotta all’inflazione; della riduzione dell’orario di lavoro; della necessità di un riesame dei criteri “di professionalità e della difesa del salario familiare”. Il Congresso approva all’unanimità una mozione politica generale, che fa proprie le tematiche della relazione e della replica conclusiva di Carniti, 48 mozioni su temi specifici e 5 ordini del giorno, tra i quali uno sui problemi dell’informazione. L’elezione dei 102 membri del Consiglio generale avviene su lista unica di 122 candidati. Il nuovo Consiglio generale si riunisce a Roma il 27 ottobre ed elegge segretario generale della Cisl Pierre Carniti con 215 voti su 222 votanti e segretario generale aggiunto Franco Marini con 176 voti su 225 votanti. Alla segreteria confederale vengono confermati tutti i segretari in carica dal 2 maggio 1979 ad eccezione di Manlio Spandonaro che “chiede di non essere riproposto”, pur rimanendo “impegnato nella vita dell’organizzazione come coordinatore del settore previdenziale” della Cisl. Il 4 luglio 1983 si riunisce il Consiglio generale che elegge segretari confederali Franco Bentivogli, Sante Bianchini, Sergio D’Antoni ed Emilio Gabaglio, che subentrano a Cesare Del Piano, deceduto il 25 febbraio 1983, ad Angelo Fantoni, dimessosi dalla carica per assumere la segreteria generale della Fit, e a Roberto Romei e Antonino Pagani, che avevano lasciato la segreteria per candidarsi alle elezioni politiche generali del 26 giugno 1983. Michelangelo Ciancaglini lascerà invece la segreteria confederale il 9 maggio 1984 per candidarsi al Parlamento europeo di Strasburgo nelle elezioni del 20 giugno 1984.
Il X Congresso confederale della Cisl si svolge a Roma presso l’Hotel Ergife dall’8 al 13 luglio 1985. I delegati che vi partecipano sono 1.053, in rappresentanza dei 3.097.899 lavoratori iscritti all’organizzazione. I lavori sono presieduti da Pietro Merli Brandini. La relazione generale è svolta dal segretario generale uscente, Pierre Carniti, ed ha per tema: “Solidarietà per il lavoro”. Dopo la rottura dell’unità sindacale, avvenuta in seguito alla posizione assunta dalla corrente comunista della Cgil, nel febbraio 1984 e, quindi, nel referendum sulla scala mobile, Carniti osserva che i rapporti tra la Cisl e la Cgil dovranno basarsi essenzialmente su tre intese: l’autonomia, la chiarezza del metodo democratico e la chiarezza di direzione strategica, cioè la centralità del lavoro. Sono le tre stesse direzioni del lavoro politico-sindacale ribadite nell’intervento di Franco Marini, designato alla guida della Cisl, dopo le note vicende dell’infarto che aveva colpito Carniti nella primavera del 1984. Infatti, l’11 luglio, a fine giornata, quando Carniti chiude il dibattito congressuale con una replica di alta tensione morale, parafrasando S. Paolo, l’ex operaio di Cremona pronuncia così il suo addio alla Cisl:”Ho combattuto la buona battaglia. Ho terminato la mia corsa. Ho conservato la fede in quello straordinario fatto di solidarietà umana che è il sindacato, che è la Cisl”. Un ordine del giorno del Congresso, approvato all’unanimità, nomina Pierre Carniti membro a vita del Consiglio generale della Cisl. Il nuovo Consiglio generale, eletto dal Congresso, si riunisce a Roma il 19 luglio ed elegge, con voto plebiscitario, Franco Marini a Segretario generale della Cisl. Su invito di Marini, poi, il Consiglio generale sdoppia la carica di segretario generale aggiunto e vi elegge Eraldo Crea e Mario Colombo. Alla segreteria confederale vengono eletti: Paolo Sartori, Sante Bianchini, Franco Bentivogli, Sergio D’Antoni, Luca Borgomeo, Emilio Gabaglio, Rino Caviglioli.
L’XI Congresso della Cisl si tiene a Roma dal 14 al 18 luglio 1989. Tema del Congresso è: “Lavoro e solidarietà in Italia e in Europa”. Vi partecipano 1.038 delegati eletti per il 50% dai Congressi di federazioni nazionali di categoria e per l’altro 50% dai Congressi delle Unioni sindacali regionali. Bisogni di libertà, uguali dignità di giustizia e di democrazia economica sono i temi affrontati dal dibattito congressuale, assieme al problema del rinnovamento delle istituzioni, che Marini sottolinea nuovamente nella replica finale. Il Congresso vive momenti di grande attenzione quando intervengono nel dibattito i due segretari generali aggiunti uscenti, Mario Colombo ed Eraldo Crea. Il primo (che andrà a presiedere l’Inps) incentra il suo intervento sul tema dell’anomalia sindacale cislina che deve continuare la propria splendida strada sindacale nei tempi nuovi che il Paese è chiamato ad affrontare. Il secondo (che andrà a presiedere i Centri studi nazionali della Cisl e che morirà prematuramente, stroncato da una malattia incurabile, il 7 giugno 1992) affronta il tema cruciale del rapporto tra politica e gruppi dirigenti del sindacato e spiega con motivazioni ideali e di rinnovamento generazionale il perchè del suo diniego ad assumere la carica di unico segretario generale aggiunto offertagli da Franco Marini. Il nuovo Consiglio generale si riunisce a Roma il 26 luglio 1989 e Franco Marini viene rieletto segretario generale della Cisl con 197 voti su 216 votanti. L’elezione del segretario generale aggiunto viene rinviata e la nuova segreteria confederale che viene eletta risulta così composta: Sergio D’Antoni, Aldo Smolizza, Luigi Cocilovo, Rino Caviglioli, Raffaele Morese, Carlo Biffi, Franco Bentivogli, Luca Borgomeo, Giorgio Alessandrini, Emilio Gabaglio, Domenico Trucchi. Il 7 dicembre 1989 il Consiglio generale della Cisl, riunito sempre a Roma per la sessione autunnale dei propri lavori, elegge Sergio D’Antoni alla carica di Segretario generale aggiunto. D’Antoni, nel ringraziare il Consiglio generale per l’ampia fiducia accordatagli, chiede a tutti i dirigenti della Cisl di lavorare insieme “per un impegno corale di tutta l’organizzazione per gli obbiettivi di rinnovamento che la Cisl si è prefissa”. Il 30 aprile 1991 il Consiglio generale della Cisl (riunito a Roma in seduta straordinaria convocata in seguito alle dimissione date da Franco Marini che il 28 marzo ha assunto la carica di coordinatore di ‘Forze Nuove’ e nei giorni successivi quella di Ministro del lavoro nel VII Governo Andreotti) elegge, con 215 voti su 245 votanti, Sergio D’Antoni alla carica di Segretario generale della Cisl e, con 196 voti su 241 votanti, Raffaele Morese alla carica di Segretario generale aggiunto.
Il dodicesimo Congresso della Cisl si tiene a Roma, all’Eur, dal 29 giugno al 3 luglio 1993 ed ha come motivo conduttore del dibattito lo slogan: “Dalle difficoltà alle opportunità”. Vi partecipano 1200 delegati eletti dalle strutture Cisl in rappresentanza di 3.800.000 iscritti. I delegati sono al 50% provenienti dalle strutture orizzontali e al 50% da quelle verticali; geograficamente il 46,2% appartiene al nord, il 19,8% al centro e il 34% al sud. Sono presenti al congresso 160 rappresentanti di delegazioni estere e 250 rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche, delle realtà associative e culturali, dell’imprenditoria. I lavori vengono aperti nella giornata del 28 giugno dal Segretario generale Sergio D’Antoni con una relazione intitolata ‘Riprogettare il futuro’e che affronta i nodi decisivi della situazione istituzionale, politica, sociale ed economica dell’Italia del momento investita dalla cosiddetta bufera di ‘mani pulite’. Nella giornata del 30 giugno interviene ai lavori, con una forte e precisa relazione sull’economia italiana e mondiale, il premio Nobel Franco Modigliani che, ricordando l’amico professor Ezio Tarantelli, invita l’Italia “a non farsi rimettere le manette dalla Bundesbank”.Il dibattito intenso di questo particolare congresso della Cisl si conclude con la replica di Sergio D’Antoni che termina il suo discorso con la frase di Bob Kennedy: “Il sogno non si è spezzato… il sogno è alla nostra portata”. Il nuovo Consiglio generale, uscito da questa dodicesima assise cislina , si riunisce a Roma il 21 luglio e conferma la leadership di Sergio D’Antoni rieleggendolo Segretario generale con il 94% dei consensi (205 voti su 217 votanti). Raffaele Morese, con 175 voti su 216 votanti, viene rieletto Segretario generale aggiunto. Il Consiglio generale elegge anche la nuova Segreteria confederale che risulta così composta da: Luigi Cocilovo (182 voti), Natale Forlani (174 voti), Augusta Restelli (153 voti), Aldo Smolizza (150 voti), Luigi Viviani (147 voti), Domenico Trucchi (136 voti), Zaverio Pagani (133 voti), Giuseppe Surrenti (131 voti),
Il tredicesimo Congresso nazionale della Cisl si svolge a Roma dal 21 al 24 maggio 1997. Ai lavori vi partecipano 1254 delegati in rappresentanza di 3.800.000 iscritti e sono di provenienza al 46,8% dal nord, al 20,73% dal centro, e al 32,54% dal sud. La provenienza dalle strutture sindacali è equamente divisa al 50% tra quelle orizzontali e quelle verticali. Le delegate donne sono il 17%. I lavori vengono aperti dal Segretario generale Sergio D’Antoni con una relazione mirata a definire la nuova Cisl per il nuovo sindacato e intitolata : “Negoziamo il futuro”. Temi base della relazione sono quelli del ‘sindacato, la politica, i valori’, della ‘ concertazione’, del passaggio ad ‘un nuovo stato sociale’, del ‘rilancio dell’economia’, del ‘lavoro e i lavori’, della ‘democrazia economica’, de ‘l’unità sindacale’, de ‘l’Europa’, del ‘sindacato domani’. Nel dibattito congressuale, oltre i dirigenti e i delegati,intervengono e portano il loro saluto i leaders di Cgil, Uil (Cofferati e Larizza), personalità istituzionali come il presidente del Consiglio, Romano Prodi, del mondo religioso come il Cardinale Ersilio Tonini, del mondo sociale come Franco Passuello e Don Antonio Mazzi, del mondo accademico come il premio Nobel Franco Modigliani e del sindacalismo internazionale come il segretario generale della Ces, Emilio Gabaglio. Il dibattito congressuale si conclude con la replica di Sergio D’Antoni che invita tutti i cislini ad impegnarsi per rendere ancora più forte e grande la Cisl, sapendo che ‘il futuro è iniziato e noi lo negoziamo’. I lavori del Congresso terminano con l’approvazione della mozione conclusiva generale, di quelle tematiche , di dieci ordini del giorno e con l’elezione del nuovo Consiglio generale, che, riunitosi poi a Roma il 19 giugno, rielegge Segretario generale della Cisl Sergio D’Antoni con 202 voti su 216 votanti e Segretario generale aggiunto Raffaele Morese con 125 voti su 215 votanti. In Segreteria confederale vengono rieletti : Graziano Treré (149 voti), Roberto Tittarelli (137 voti), Luigi Cocilovo (132 voti), Natale Forlani (130 voti), Giovanni Guerisoli (127 voti) e Lia Ghisani (119 voti). Nel’ottobre 1998 Raffaele Morese si dimette dalla carica di segretario generale aggiunto ed entra come Sottosegretario al Lavoro nel primo Governo D’Alema. Il Consiglio generale del 16 dicembre 1998, dopo aver approvato il terzo mandato di Segretario generale a Sergio D’Antoni (il secondo mandato avrebbe avuto scadenza il 30 aprile 1999), rinnova anche la Segreteria confederale che ora risulta così composta da: Pier Paolo Baretta, Raffaele Bonanni, Ermenegildo Bonfanti, Lia Ghisani (confermata), Giovanni Guerisoli (confermato), Savino Pezzotta, Giorgio Santini, Graziano Treré (confermato), Antonio Uda.
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