Inaugurata a Como la nuova sede della Cisl dei Laghi. Presente il segretario generale Luigi Sbarra

Inaugurata a Como la nuova sede della Cisl dei Laghi. Presente il segretario generale Luigi Sbarra

Giovedì 7 novembre la Cisl dei Laghi ha inaugurato la sua nuova sede, a Como, in via Recchi 11. Accanto alla segreteria della Cisl dei Laghi, guidata da Daniele Magon, segretario generale, con Albino Gentile, Paola Gilardoni e Leonardo Palmisano, il segretario generale della Cisl nazionale Luigi Sbarra, il segretario generale della Cisl regionale Ugo Duci e il segretario generale aggiunto della Cisl Lombardia Fabio Nava.  Tra le autorità intervenute anche l’assessore regionale Alessandro Fermi, il consigliere regionale Angelo Orsenigo e il presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca. A benedire i nuovi spazi, in rappresentanza del cardinal Oscar Cantoni, mons. Alberto Pini, vicario per la Pastorale della Diocesi di Como.

«La sede che inauguriamo oggi – il commento di Daniele Magon – di fatto unisce tutte le categorie e tutti i servizi. Uso questo termine non a caso, perché dà identità ad un obiettivo che siamo riusciti a raggiugere. Lo stare insieme, il conoscersi, l’aiutarsi, il condividere, l’apprezzare e rispettare il lavoro altrui diventano ogni giorno che passa una realtà emozionante da vivere e creano un ambito accogliente sia per chi lavora che per le persone che vengono da noi con i loro bisogni. Una nuova casa che vuole essere l’inizio di un percorso lungo, virtuoso e soprattutto utile alla comunità, svolto da uomini e donne che si mettono al servizio dei bisogni delle persone». «Ma la Cisl dei Laghi non si ferma a Como – ha continuato Magon -. Solo negli ultimi mesi abbiamo investito parecchie risorse anche per altre sedi, tra manutenzioni e acquisizioni: Gallarate, Busto, Varese, Besozzo, Appiano Gentile… Un cammino di verifica e manutenzione, per mettere a disposizione dei nostri operatori e degli utenti sedi dignitose e sicure».

L’inaugurazione della sede di Como è stata la conclusione di una intensa giornata di lavori per la Cisl dei Laghi, iniziata all’hotel Palace con il Consiglio generale del sindacato, occasione importante per una fotografia dell’attuale situazione politico sindacale. Tanti i temi caldi affrontati nella relazione del segretario Magon, in primis la delicata questione degli infortuni sul lavoro (venerdì 8 novembre, l’inaugurazione di una statua a Besozzo per mantenere viva l’attenzione verso questo problema); il tema della sicurezza; la necessità di una formazione adeguata che parta dai banchi di scuola e che interessa tutti i lavoratori. «Tanto abbiamo fatto, ma tantissimo c’è ancora da fare – le parole di Magon -, per cambiare questa situazione insostenibile. L’obiettivo è che più nessuno paghi con la vita o con la propria salute lo svolgimento del proprio lavoro». E poi ancora: il no all’invasione dell’Ucraina; una politica dei redditi vera per un Paese in cui le tasse le paghino tutti; arricchire gli interventi per le famiglie, aumentando la conciliazione vita-lavoro; attenzione ai giovani e ai pensionati; investire in infrastrutture e capacità industriale; l’importanza delle pensioni integrative.

In prima linea, nella promozione di azioni di cambiamento, il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, che nel suo intervento ha, in primis, rimarcato la qualità sindacale della Cisl dei Laghi. «Ho visto un sindacato in buona salute – le parole di Sbarra -.  In questi anni avete seminato molto bene, realizzando un importante opera di cambiamento e di rinnovamento. E oggi ne raccogliamo i frutti. Vedo un gruppo dirigete qualificato e concreto e una rappresentanza fortemente ancorata ai valori fondanti della Cisl, con un’impostazione solidale, moderna, contrattualista, partecipativa, competente e intransigente. Vedo un’organizzazione sindacale in forma che investe per radicarsi ulteriormente sul territorio, a partire da questa sede a Como. Uno spazio importante della vita della nostra organizzazione, come una grande piazza, un piccolo tempio dell’impegno e del lavoro sindacale. Uno spazio nuovo, moderno, funzionale, per chi ci lavora. Ma anche un grande luogo aperto e accogliente per le persone. E di questo siamo fieri e orgogliosi».

«La vittoria di Trump in Usa – ha commentato Sbarra nel corso della giornata – suona la sveglia all’Europa chiamandola ad accelerare il processo di integrazione e di unificazione, con modifiche al patto di stabilità, dialogo sociale, mutualizzazione del debito, costruzione di una politica economica, sociale, fiscale e anche di una difesa comune. Non c’è altra via se vogliamo essere in grado di incidere nelle gigantesche dinamiche della nuova globalizzazione e della nuova geopolitica. La bussola è quella indicata dal Rapporto Draghi e conduce a un nuovo contratto sociale tra istituzioni, sindacati e imprese».

Non poteva mancare, il tema, caldo, delle relazioni sindacali. «È pericolosamente sbagliato, in questa fase, quasi irresponsabile – ha tuonato Sbarra – infiammare gli animi, buttare benzina sul fuoco del malessere sociale, invocare rivolte sociali. In un tempo in cui, se vogliamo affrontare le tante sfide che il Paese ha davanti, serve concordia, coesione, corresponsabilità. Landini (Cgil) minaccia la rivolta sociale. Vorrei vedere con quali numeri…. Lo sciopero è uno strumento nobilissimo di rappresentanza e di lotta, ma va maneggiato con cura. Noi non abbiamo paura a mobilitarci quando la controparte ci sbatte la porta in faccia, ma se non usiamo questo strumento con cura rischiamo di svilirlo, e di svuotarlo di significato. La mobilitazione va utilizzata con sapienza e responsabilità».

«A me piange il cuore registrare strappi nei rapporti unitari – ha chiosato Sbarra -. Ma questi rapporti per vivere hanno bisogno di rispetto. Non può essere uno solo che detta la linea. La nostra è un’organizzazione sempre aperta al confronto, che non si è mai chiusa nella sterile contrapposizione. Perché è questo che deve fare un sindacato. Senza nascondere che, in questo periodo, stiamo dimostrando che da soli lavoriamo molto meglio, perché le controparti ci rispettano. Controparti che dobbiamo sfidare sul contenuto e su merito, non sull’ideologia».